Layout del blog

L'Invalidità Civile

Claudia Vespa • 11 ottobre 2022

Cos'è l'invalidità Civile

Con il termine invalidità civile si indica genericamente l'insieme di benefici e prestazioni economiche che si possono percepire dalla Stato allorquando si è affetti da una minorazione psico-fisica.


A seconda del grado di invalidità riconosciuto, la legge prevede diversi benefici:
 
- 33,3%, soglia minima di invalidità:  diritto ad ottenere gratuitamente protesi e ausili ortopedici;
 
- dal 46% in poi:  diritto all’iscrizione nelle liste speciali dei centri per l’impiego;

 

- dal 51%  le lavoratrici e i lavoratori possono fruire ogni anno di un congedo per cure per un periodo non superiore a trenta giorni, anche in maniera frazionata.

 
-
dal 74% si può avere il diritto al pagamento dell’ assegno mensile di assistenza ai sensi dell'art. 13, legge n. 112/71 in presenza di tetto massimo annuale reddituale;
 

- con il 100%
si può avere il diritto al pagamento della pensione mensile di assistenza ai sensi dell'art. 12, legge n. 112/71 in presenza di tetto massimo annuale reddituale
 
Se gli invalidi al 100% si trovano anche nell' impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore o nella condizione di non essere in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, 
questi ultimi hanno diritto anche all'indennità di accompagnamento. 


Come si diventa Invalidi Civili

 

Per proporre la domanda per il riconoscimento dell'invalidità civile bisogna recarsi presso il proprio medico curante, il quale compila un certificato telematico che ha la durata di 90 giorni.


Tale certificato viene inviato all'INPS telematicamente e viene altresì consegnato dal medico alla persona, la quale deve poi recarsi ad un patronato di fiducia per l'inoltro della domanda per via telematica.

 

A seguito della domanda, verrà fissata una visita medica presso la Commissione competente presso l'ASL di zona per la verifica dei requisiti sanitari per il riconoscimento dell'invalidità civile.

 

La Commissione ASL stabilisce la percentuale d’invalidità annotandola insieme alla diagnosi delle patologie riscontrate su un verbale che viene spedito al soggetto interessato.


Per i soggetti con patologie oncologiche è previsto un accertamento in tempi brevi dell'invalidità civile, infatti l'apposita Commissione competente presso l'ASL deve procedere entro quindici giorni dalla domanda dell'interessato.


Accertamento dell'invalidità civile dinanzi al Tribunale


Se al termine della procedura per il riconoscimento dell'invalidità civile, si riceve un verbale dove non si è soddisfatti della percentuale di invalidità riconosciuta è possibile ricorrere innanzi al Tribunale Competente rivolgendosi al proprio legale di fiducia.



Autore: Claudia Vespa 5 gennaio 2023
Quadro economico e macroeconomico
Autore: Claudia Vespa 14 dicembre 2022
La denominazione di origine protetta e l'utilizzo in generale del termine "grana" per un prodotto che non è "Grana Padano" D.O.P.
24 novembre 2022
Bimba con due mamme: sì alla dicitura “genitore” sulla carta di identità. Il caso nasce dal fatto che due donne ( una madre naturale di una minore e l’altra madre adottiva della stessa ) hanno chiesto agli uffici di Roma Capitale l'emissione di una carta di identità elettronica (C.l.E.), valida per l'espatrio, a nome della figlia minore con l'indicazione dei propri nominativi con la qualifica di «madre» e «madre» o, in alternativa, con la dicitura "neutra” di «genitore» per entrambe. I suddetti uffici di Roma Capitale hanno rigettato la richiesta perché, nell’emissione della Carta di Identità, il decreto del Ministro dell'interno del 31 gennaio 2019, prevede esclusivamente la dicitura «padre» e «madre» per la compilazione dei campi contenenti i nominativi dei genitori. Le due donne hanno, quindi, fatto ricorso alla Giustizia e i l Tribunale di Roma ha accolto la domanda affermando che esiste una situazione giuridica e di fatto indiscutibile , rappresentata dal rapporto madre/figlia tra la minore e le due genitrici (una naturale e l'altra adottiva), entrambe di sesso e genere femminile, e costitutiva di una famiglia . Un’indicazione diversa rispetto all’identità sessuale e di genere sul documento di identità della minore costituirebbe un'ingerenza nel diritto della minore al rispetto della vita privata e familiare tutelata sia dalla CEDU ( Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo) sia a livello internazionale dalla Convenzione di New York del 20 novembre 1989 sui diritti del fanciullo. L' identità familiare è infatti parte integrante dell'identità personale dell'individuo. Il Tribunale, inoltre, ha ritenuto che la dicitura "genitore" anziché "madre" e "madre" sia la più idonea a bilanciare l’interesse delle ricorrenti con l'esigenza di rispettare i criteri del trattamento dei dati personali , siccome è la funzione genitoriale esercitata nei confronti della minore che deve emergere dal documento e non l'indicazione specifica del ruolo parentale specifico sessualmente caratterizzato. La pronuncia del Tribunale di Roma è importante perché si pone nel solco di quell’orientamento giurisprudenziale favorevole a valorizzare le nuove forme di genitorialità – le cosiddette famiglie “same sex” – che vanno sempre più emergendo nel nostro Stato.
Autore: Claudia Vespa 7 novembre 2022
La Norma "anti-rave".
Autore: Claudia Vespa 7 novembre 2022
Il requisito reddituale
Autore: Claudia Vespa 11 ottobre 2022
Cos'è l'invalidità Civile
Share by: